domenica, gennaio 21, 2007

Scacchi, Guerra e Garibaldi


2007.01.13
Secondo giorno del seminario di psicomotricità. Abbiamo discusso le questioni suscitate dalle lezioni, in piccoli gruppi.
Alla fine della giornata, mentre aspettavo per uscire con le colleghe per andare a cena, mi è capitato davanti un folder che parlava della Piazza di Marostica dove, negli anni pari, si tiene una partita di scacchi viventi, una tradizione che risale al 1454. In quel anno due giovani nobili volevano battersi in un duello per contendersi la mano della figlia del Castellano del paese. L’illuminato Castellano ha proposto che la disputa si facesse con una partita di scacchi, in piazza. Il vincitore si sarebbe sposato con la figlia oggetto della disputa, mentre lo sconfitto sposerebbe la sorella.
Mi sono ricordato che nel 1990, prima della guerra di Bush padre contro Saddam Hussein, la neo creata Babilônia ha organizzato un torneo di scacchi con la partecipazione di persone di diverse nazionalità residenti a Natal, come forma di manifestazione ludico culturale contro la guerra imminente. Quanto sangue sarebbe stato risparmiato se il conflitto fosse risolto diversamente. A diciasette anni di distanza, si combatte ancora, non si sa bene perché. La guerra dovrebbe diventare un tabù, una sorta di azione non degna dell’essere umano civilizzato. Sarà cosi un giorno? O ci ammazzeremo tutti prima?
Nel frattempo, sono arrivate le colleghe e siamo andati a mangiare alla Trattoria Garibaldi, l’eroe dei due mondi. Siamo stati da Dio, abbiamo mangiato e bevuto in santa pace. Al posto del sangue, il vino; invece delle bombe ci siamo fatte tante risate.

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