lunedì, gennaio 22, 2007

Mente Sana in Corpo Rotto e la Sosia


2007.01.16
Sono arrivato a casa con i muscoli acciaccati e le ossa rotte ma col cuore e la mente in ebollizione. Quattro giorni intensi di stimoli, di emozioni e di piaceri. Mi aspettavano a casa, un mucchio di cose da sbrigare. Ma oggi non era aria. Proprio non ce la facevo, ero in coma. Dovevo permettere al mio cervello quel minimo di tempo per elaborare e godersene tutto quello che abbiamo vissuto nelle ultime centinaia di ore. Credevo di rientrare subito nella mia quotidianità Loretana, ma prima di farlo ho aperto la posta elettronica. Ho letto il messaggio di Alessandra che diceva che si era divertita guardando i koan che avevo inventato e che aveva persino riconosciuto il suo. Ho conosciuto Alessandra nel primo incontro del primo weekend del Master, precisamente il 10 novembre 2006, al Palazzo Mocenigo di Venezia. Quel primo incontro è stato stranissimo. Mi ero sistemato in fondo alla sala dove c’era una presa per il portatile, visto che volevo registrare la lezione; che poi non sono riuscito a farlo. Ecco che da una porta improbabile, proprio in fondo la sala,vedo spuntare Alessandra con una mossa di chi arriva in ritardo. In una frazione di secondo ho immaginato mio notebook per terra, portato via da questa comparsa inattesa; ho guardato la persona che entrava e ho creduto di conoscerla; mi sono alzato per abbracciarla e baciarla; ma l’espressione di perplessità della persona che ha trovato davanti a sé 90 kg di una sorta di aborigene che sembrava pronto all’attacco mi ha fatto capire che si trattava di un inganno. Per tutto lo weekend ho cercato di individuare per chi avevo scambiato quella giovane ragazza; una faccia così conosciuta e a me vicina. Pensavo proprio a questo quando sono arrivato a casa la domenica alle tre di notte, mentre parcheggiavo la macchina. Certo, era la mia vicina di casa, Francesca Falleroni. Una persona così discreta che quando siamo stati presentati per lavorare in un progetto insieme, ho domandato se lei era di Loreto, per poi scoprire che era mia vicina di casa. Così ho chiamato Alessandra Francesca e d’allora, quando incontro Francesca, la chiamo Alessandra, Alessandra Petronilli.

Nessun commento: