2007.01.02
Molto più difficile che ritagliare i passepartout montare le cornici, bucare il muro con il trapano, mettere dei gancetti, spezzare le catene e appendere i quadri in un posto preciso, è decidere quale opera esporre e quale conservare temporaneamente nascoste. Le ragioni di ordini affettivo, visivo, di importanza storica e di significato personale si combattono a vicenda per imporsi una sulle altre. Mi occorrerebbero altri 150 m² per poter mostrare una parte più consistente della mia collezione di foto e pittura. Ogni tanto smetto di scrivere queste parole al computer, alzo gli occhi e guardo i lavori esposti in sala. Dietro ogni lavoro c’è un artista che ho conosciuto, che a volte è diventato un amico. Dietro ogni quadro, dietro ogni foto c’è una storia, c’è un momento carico di significati, a volte sfuggenti ma sempre pieno di emozione. Sulla parete proprio davanti a me vedo dei Marcelus Bob, Falves Silva, Carlos Humberto Dantas, Novenil, Morgantini, Fernando Uzeda, Enzo Bevilacqua, J. Medeiros, Antonello L’Abbatte, Diniz Grilo, Vatenor, Assis Marino, Pedro Pereira, Dorian Gray, Silvia, Romeo Bocconi, Marcelo Fernandes e Aucides. Sulla parete alla mia sinistra ci sono le mie foto e su quella dietro a me ci sono le foto dei miei maestri: Chico Canhão, Professor Carlos Lyra, Emerson do Amaral, Nadelson, Paulo Oliveira, Corrado Vidau, Bacco da Silva, Fernando Pereira. Lungo i corridoi e nelle camere ci sono gli altri fotografi, la maggior parte amici miei. Ogni foto, ogni quadro racchiude un racconto, che un giorno vorrei poter svelare, magari chiacchierando con mio amico João de Deus, João Carlos e il Signor Anchieta, la prossima estate qui in Italia.
Il Diritto al Delirio
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di Eduardo Galeano
Ormai sta nascendo il nuovo millennio. La faccenda non e' da prendere
troppo sul serio (…). Il tempo si burla dei confini che noi inve...
9 anni fa
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