lunedì, febbraio 05, 2007

Psicodramma, Moreno e la Prepotenza Adolescenziale


28.01.2007
La domenica pomeriggio degli incontri del Master produce nella mia testa un rumore come quando si mettono dei ghiacci nel frullatore. Tutti gli stimoli, le parole, le risate, i gesti si mettono ad urlare nel mio cervello esausto. Oggi, in mezzo a questa confusione interiore, ho riascoltato la domanda del Professor Ezio Donato: “Avevate mai sentito parlare di psicodramma e di Moreno prima di leggere la dispensa che vi ho dato?” Questa domanda mi ha portato lontano nel tempo e nello spazio. 1978, San Paolo del Brasile quando ho conosciuto Fernando Uzeda, che sarebbe poi diventato un mio carissimo amico e una delle persone chiavi, nel bene e nel male, per la mia formazione. È stato lui ad aspettarmi all’aeroporto di Heathrow nel mio primo viaggio-trasloco all’estero. Con lui ho conosciuto la Parigi che i turisti non vedono. Da lui ho ricevuto l’abbraccio solidale al mio rientro in Brasile dovuto a una tragica perdita familiare. Con lui sono andato ad abitare quando ho lasciato la casa dei miei genitori. Ed è stato a casa dei suoi genitori, Pedro e Vera, lui psichiatra e lei psicologa dove ho sentito parlare di psicodramma e di Moreno per la prima volta. Suo padre, Pedro Moreira Uzeda è stato uno dei principali divulgatore dello psicodramma in Brasile. Ricordo con molta ammirazione quella coppia. Dottor Pedro, una persona brillante, la Signora Vera, una donna elegante, di una bellezza e di una sensualità difficilmente paragonabile. Non so perché pensavo che Moreno fosse argentino e che lo psicodramma fosse un fenomeno di moda dei ricchi spensierati brasiliani, e così non mi sono mai interessato a sapere di più su questa disciplina. Il Brasile è oggi il paese con maggior numero di psicodrammatisti e dove lo psicodramma viene più ampiamente praticato. Dopo trent’anni, ho scoperto che Jacob Levy Moreno non era Argentino, ma che in fondo non aveva nessun’altra nazionalità definita. È nato su una nave senza bandiera, da padre ebreo spagnolo e madre slava, ha preso la cittadinanza rumena, è vissuto e studiato a Viena e trascorso gran parte della sua vita negli Stati Uniti. A questo punto potrebbe anche essere argentino. Ho scoperto anche che lo psicodramma non è una moda dei ricchi brasiliani. E mentre il traghetto mi portava dalla Giudecca a Venezia, mi facevano compagnia i ricordi degli Uzeda, dell’amico-artista Fernando, e mi faceva ridere la mia prepotente ignoranza adolescenziale che forse trascino con me fino ad oggi.

1 commento:

Monica ha detto...

e ti trovo cercando un'immagine per dare un senso ad una reazione, inaspettata, allo psicodramma.


Grazie.