martedì, febbraio 20, 2007

Il Bastone e la Pioggia


2007.02.11

Il Professor Mario Paolini ci ha proposto nel suo seminario una interessantissima esperienza attraverso la quale illustrava le forme e le modalità del suo agire musicoterapeutico. Dalla preparazione del setting alla ricerca di strategie per l’instaurazione di comunicazione con persone speciali, passando per la costruzione e riparazione degli strumenti che possono essere utilizzati negli interventi di musicoterapia, bastone della pioggia compreso. A un certo punto della lezione ci ha invitato a riflettere sull’enorme potere che una maestra o un insegnate ha e come questo potere si traduce nel senso di contribuire o meno alla crescita, all’autonomia e al benessere dei bambini. Arrivando a casa ho incontrato mia figlia che doveva portare a scuola uno strumento musicale da lei costruito. Frugando nella busta di riciclaggio abbiamo trovato delle bottiglie che quando riempite d’acqua in quantità diverse producono differenti note. A Marina è piaciuta l’idea. Si è presa delle bottiglie e le ha portate a scuola. Quando è rientrata era molto giù di morale perché la maestra aveva rifiutato il suo strumento che produceva un suono “spiacevole”. Ho avuto l’impulso di andare a chiedere spiegazioni alla maestra di musica, ma dopo ci ho ripensato e insieme a Gi e Marina abbiamo fatto una ricerca su internet su strumenti musicali costruiti con materiale di recupero. Abbiamo trovato un progetto molto interessante di Giacomo Battara e Paolo Pasini svolto a Ferrara nel 2004. Si è deciso di fare il bastone della pioggia, strumento indigena dell’America Centro Meridionale, con un tubo di cartone e chiodi che nonno Romolo ci ha procurato. Le lenticchie, per mettere dentro il tubo, ci ha dato nonna Luisa e la nipotina ha decorato il bastone con colori bellissimi. Marina è tornata a casa radiante raccontando che la maestra ha fatto vedere il bastone a tutte le altre maestre dicendo che quello era il più bello tra gli strumenti portati. La mancanza di tatto della maestra di musica ci ha spinto a raggruppare la famiglia per aiutare una bambina di otto anni a svolgere un'attività scolastica. E pensare che Marina non voleva più andare alla lezione di Musica…

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