Doveva essere un semplicissimo appuntamento di lavoro d’equipe. E apparentemente è stato proprio così. Se non fosse per una serie di piccolissimi segnali che indicavano timidamente la dimensione magica che si nasconde dietro i fatti banali della vita, come possono essere gli incontri tra le persone che per caso si trovano a realizzare un progetto insieme. Così, sono andato a questa riunione del Gruppo di Lavoro del programma “La Rete del Sollievo Prende la Parola”, senza conoscere nessuno, tranne che l’organizzatrice, con chi avevo parlato soltanto al telefono.
“Desirée, non basterebbe la polizza assicurativa per la vita, che ho già?”
“Non, Ayres, devi essere assicurato anche per gli infortuni.”
Poi ho riflettuto e le ho dato ragione. Immaginiamo che mi capitasse qualcosa mentre svolgessi la mia rischiosa attività di gestione del sito del progetto e fossi così sfigato di scampare con vita... Chi mi pagherebbe???
Sono stato l’unico ad arrivare con la polizza contro infortuni personali già fatta e pagata. “Vivere è pericoloso”, diceva Guimarães Rosa nel romanzo più bello che abbia mai letto: Grande Sertão.
Eravamo in 6. Tre maschi e tre femmine. Tra le femmine, due si chiamavano Desirée. L’altra si chiamava Vittoria, come si chiamava Vittorio uno dei maschi. L’altro maschio si chiamava Marco che suona quasi come il mio cognome: Marques. 6-3-6-1: il numero di telefono di Dio!!!
Prima della verifica della documentazione è sorta una questione apparentemente burocratica, ma che per me è un argomento che sta particolarmente a cuore e che potrebbe essere formulato come il rapporto tra la persona, il ruolo, l’appartenenza, l’identità, la rappresentazione e, scusatemi la parolaccia, l’ANIMA. Era proprio a questo che pensavo mentre Marco e Desirée esaminavano la possibilità di instaurare un rapporto tra una cooperativa e un’associazione invece che tra una persona fisica e la “Buon Umore Assossiation”. Questa breve discussione filosofico burocratica ha portato direttamente ad una problematica che riguardava tutti quanti noi, ossia, la PRECARIETA’. Sono nato negli anni della Guerra Fredda, sono cresciuto a cavallo del Boom Economico, fermato, quando ero adolescente, dalla Crisi del Petrolio, che, dopo l’Era dell’Incertezza della mia adultità, è culminata nella realistica Stagione della PRECARIETA’ senile. Com’è straordinaria la vita! E nonostante ciò, abbiamo parlato di radio web, di paure, autobiografia, fototerapia e ci siamo lasciati con qualche desiderio di rivederci presto. Poco prima di partire, abbiamo fatto un autoritratto di gruppo. Sorridevamo tutti quanti, non so per quale motivo. Forse era l’anima dell’essere umano che trova sempre un modo di manifestarsi, dribblando tutti i paletti che noi stessi insistiamo di piantare lungo questo breve cammino a tempo indeterminato che ci è dato percorrere. Sì, quando l’anima prende la parola, sorride.
Il Diritto al Delirio
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di Eduardo Galeano
Ormai sta nascendo il nuovo millennio. La faccenda non e' da prendere
troppo sul serio (…). Il tempo si burla dei confini che noi inve...
9 anni fa
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